Spettacoli

Mimì Maginò.
Carosello di marionette.




Mi immagino un’atmosfera senza tempo,
dove risuonano echi di vecchi organi di barberia e canti di ombre dalle scarpe rosse.

Dove non si muovono personaggi ma presenze mute e sottili,
tracce di esistenza soffiate dal vento.

Dove gli oggetti non sono cose ma ricettacoli di memoria,
cavità abitate da grumi di sogni.

Mi immagino un nome: Mimì Maginò.
Mimì Maginò è una vecchia signora.
Mimì Maginò è una donna su una barca.
Mimì Maginò è una bambina che gioca.

Mimì Maginò è un sogno che dorme in una valigia.


***
Soggetto e regia: Francesca Montanari
Marionette e scenografia: Francesca Montanari
Attori/manipolatori: Francesca Montanari, Yoan Degeorge
Senza parole. Per tutti i tipi di pubblico.





Non è Cosa
(operetta in due atti di marionette, burattini ed altri affabulatori)






Premessa necessaria (ma non imprescindibile):

Quando le allucinazioni incontrano la materia, 
possono nascerne stravaganze dalla personalità assai complessa. Chi oserebbe pensare che si può giocare con la materia, che si può darle forma per scherzo, e che tale scherzo non penetri in essa, non vi si insinui prepotentemente?
Gli scherzi, come tutto il resto, sono duri da controllare. 
E può anche capitare che chi nasce per essere manipolato finisca per spingere chi lo manipola sotto a qualche riflettore.
La materia, di scherzi, non vuol saperne. 
Ma io sì. Cercate di non prendermi, dunque, troppo sul serio.



***

Personaggi e interpreti
(in un circo qualsiasi, di non ben note origini)

G. Ivanov G.
(le maitre)

Presentatrice
(la donna che strappa i biglietti del circo)

Atto I - Baracca
La Baracca
I Burattini
La Burattinaia

Atto II - Libertà, vo cercando
Colui che perse una mano
La Burattinaia
La Presentatrice


***

Soggetto e regia: Francesca Montanari
Costruzione burattini, marionette e scenografia: 
Francesca Montanari
Tecniche utilizzate: teatro d'attore, marionette a fili, burattini da tavolo e pupi a manipolazione diretta
Durata: 40 minuti

Senza parole. Per tutti i tipi di pubblico.




Libertà, vo cercando
(ibrida operetta di marionette e attori)




Lunga e impervia é la strada, o cosí pare,
ma a guardar bene, i fili si possono vedere.

Fanno spesso, pure, da comode stampelle,
sí che al tagliarli, il rischio é di cadere.
Il segreto – chissá – non guardare in basso.


Libertá, vo cercando.


Operetta perché breve, di quindici minuti.
Ibrida perché incontro di teatro di figura,
teatro fisico-gestuale, canto e danza.
Destinata ad ogni tipo di pubblico,
si compone di due marionette a fili,
un pupo a manipolazione diretta e un’attrice-manipolatrice.
É accompagnata da musica ed é priva di testo,
eccezion fatta per quello di una canzone.
Tematicamente rappresenta una ricerca.

La libertá, non come ideale ma come viaggio, a tappe,
verso prese di coscienza progressive e mai definitive.





Sed de Amor


Sette micro-messe-in-scena per sette micro-racconti.
Nostalgici, irriverenti, caustici, romantici.
Tra sogni proibiti, storie vissute e ricordi immaginati.
Con la collaborazione di Vìctor Pérez Hidalgo.






IN SOMNIO
Opera di umani e oggetti sugli umani e sugli oggetti




Umide notti perdute in un luogo impreciso.
Brillano cocci di bottiglia e ombre dipinte pendono dal cielo.


Può darsi che un oggetto sia, prima di tutto, un oggetto.
Materia inerte, che occupa lo spazio.
Che si accumula intorno ai viventi e ad essi sopravvive.
  

Può darsi che un oggetto sappia conservare ricordi.
Chissà che la materia che occupa lo spazio non racconti
storie di viventi che grazie ad essa sopravvivono.



Può darsi che un oggetto sia un soggetto...


...e che si lasci trasportare dalle note di un tango.



IN SOMNIO è un’opera destinata ad ogni tipo di pubblico.
È composta da burattini, oggetti e attori.
Le sue parole sono movimento e musica.
La durata dello spettacolo è di circa 40 minuti.

Produzione: compagnia Titiriqué?





Baracca
...non sempre i burattini obbediscono ai loro burattinai.



In una notte blu,
una maschera sospesa contempla le nuvole viola,
mentre una burattinaia prova a mettere in scena le sue lunatiche marionette.
Ma, poco a poco, il confine tra creatore e creazione si va dissolvendo, e il manipolatore inizia ad essere manipolato a sua volta... chi manipola chi?



Un burattino nasce ogni volta che un oggetto prende vita.
Il fenomeno per cui ció avviene, seppur mascherato dietro una strizzata d’occhio tra due mani e un pubblico, resta un mistero.
Ogni burattino é abituato a recitare un personaggio, quello che
le due mani hanno creato per lui.
Normalmente i burattini obbediscono ai loro burattinai, e nella maggior parte dei casi finiscono per credersi quei personaggi, tanto da scordarsi di essere attori legati a dei fili.
Ma, quelli che si ricordano, possono stancarsi.
E voler uscire dai teatrini in barba alle mani che li muovono.
Esistono quindi anche burattinai che si ritrovano a dover mandare avanti la baracca da soli.
Sempre che la baracca sia d’accordo...






























Soggetto e regia: Francesca Montanari
Costruzione burattini, marionette e scenografia: 
Francesca Montanari
Durata: 30 minuti
Senza parole. Per tutti i tipi di pubblico.





TeatroLunatico
...opera di burattini e oggetti sotto un cielo di cartone.


In una notte viola,
tre stelle dipinte pendono da una nube di cartone.
Un sipario rosso si apre, e una creatura acquatica ci introduce a insolite apparizioni...
Potrebbe essere magia, potrebbe essere un circo.
Una notte di luna, o una poesia.
Quattro storie, al sapore di mare.



Il TeatroLunatico è uno scenario di cartone all'interno del quale si sviluppano quattro differenti storie, indipendenti l'una dall'altra ma collegate da un filo comune.
Si tratta di un'opera pensata per tutti i tipi di pubblico.
Ogni persona, sia essa adulta o bambina, è in grado di captare il messaggio di base: la vita è una magia totale. A partire da questo punto comune, chi ha udito più fine potrà poi dedurre i messaggi secondari, già che ciascuna delle storie reca in sè un messaggio che giunge ad essere riflessione di vita, punto di vista e maniera attraverso cui contemplare la danza della realtà.


Le quattro storie, nel dettaglio, sono le seguenti:


Etude n.1 - La maga
Una maga rosa e le stelle del suo cilindro azzurro giocano con la complicità di una mano a plasmare meraviglie: magia?


Etude n. 2 - Circo?
Un pagliaccio riesce a conquistare il suo palcoscenico dopo una comica lotta contro un faro che non vuole illuminarlo.
Ma tre palline entrano di soppiatto ad attirare l'attenzione del pubblico, compresa la sua... giocoleria.



Etude n. 3 - Guarda che luna, guarda che mare. Serenata di amore.
Notte.
La luna si innamora del mare. Il mare si innamora della luna. Riusciranno a incontrarsi?



Etude n. 4 - La mia casa è il mondo


Nessun luogo vale un assedio.
Figli della stessa madre, la Terra, come possiamo lottare contro i nostri fratelli?
Riflessione sull'ottusità della guerra e sulla gioia di condividere l'aria, impersonata da una lucertola, un bruco e una lumaca. Con una strizzata d'occhio a Lorca, Jodorowsky, Alberti, e molti altri...





Soggetto e regia: Francesca Montanari
Costruzione burattini, marionette e scenografia: 
Francesca Montanari
Durata: 45 minuti
Senza parole. Per tutti i tipi di pubblico.





AlHambre
...opera per tre burattini e per i loro amici.


Dalla collaborazione trans-nazionale con Claire Romignon (Belgio), Glencora Woffhugel Parra (Colombia) e Raquel Gonzàlez Càmara (Spagna), le quali diedero vita assieme alla sottoscritta all'estemporanea compagnia Matritierearcado, nasce AlHambre, opera composta per tre burattini e per i loro amici.

Il titolo dell'opera riassume un doppio riferimento: Alhambra è infatti il nome del celebre castello dalle moresche reminiscenze che sovrasta la città di Granada, teatro dell'incontro che diede vita a suddetta collaborazione artistica; mentre Al Hambre altro non è che la traduzione letterale del motto che i personaggi rendono proprio nel corso dell'opera.
La parola "hambre" in spagnolo significa "fame", e di fatto lo spettacolo narra le surreali vicende di tre burattini affamati (un ingenuo pagliaccio, un sinistro e manesco uomo-mummia e un simpatico mostriciattolo verde dalle grandi fauci), alle prese con la ricerca spasmodica di qualsiasi oggetto che abbia la parvenza di oggetto commestibile...

Dopo un inefficace tentativo di cannibalismo, durante il quale i tre tentano di mangiarsi a vicenda, si susseguono dunque una serie di quadri animati in cui essi si trovano alle prese con le più varie situazioni...
Dal tentato inseguimento di uno scarafaggio gigante, all'intossicazione da funghi velenosi a cui seguono inevitabili allucinazioni popolate da mostri fatti di patate e uomini di pane danzanti, passando per fugaci storie d'amore con stravaganti fruttivendole e tragicomici funerali di pomodori, i tre trovano alla fine salvezza grazie a una manciata di chicchi di mais, che nello stomaco di uno di essi si trasformano magicamente in pop-corn da condividere con il pubblico...

Lo spettacolo fu presentato a Granada presso La Cueva del Gato in data 19 giugno 2009, ne risultarono grasse risate, una allegra mangiata di pop-corn, e amicizie destinate a durare nel tempo...